A.C. 1038-A e abbinata
Grazie, signora Presidente. Saluto il signor Vice Ministro Leo. Care colleghe e cari colleghi, noi la pensiamo in modo diverso da quanto abbiamo ascoltato appena adesso. A nostro avviso, stiamo per votare una legge delega che non riforma il nostro sistema fiscale, ma sancisce che non si vuole uscire da questo presente ingiusto e preoccupante, per inseguire un consenso immediato a scapito degli interessi generali degli italiani. La legge delega di questo Governo, infatti, vuole dare a ciascuno il suo interesse particolare e ogni categoria o associazione chiede, nei fatti, di pensare solo al proprio interesse di parte, senza ingerenza nel proporre qualcosa nell'interesse generale del Paese e di tutti i cittadini. Così si rende istituzionale il sistema corporativo, colleghi della destra, cosa legittima ma pericolosa e inadeguata in un Paese avanzato e moderno come il nostro. La legge delega del Governo è senza una prospettiva di fondo, senza un obiettivo di interesse nazionale e senza un'idea di copertura generale e questo mentre le entrate fiscali stanno diminuendo con il vostro Governo, come già è stato anticipato dai 12 condoni nella vostra prima legge di bilancio.
Ma guardiamo ai fatti e ai consumi, cioè l'area più sintomatica dell'evasione con le imposte indirette, quelle sui consumi come l'IVA. Qui l'aumento nominale del giro d'affari del sistema Italia è del 12 per cento. Dunque, le entrate nominali sarebbero dovute crescere del 12 per cento se tutto fosse andato come un anno fa, ma le entrate da imposte indirette sono addirittura diminuite in quantità di euro rispetto a un anno fa. Erano di 69,8 miliardi fra gennaio e aprile del 2022 e sono di 69,7 miliardi nello stesso periodo di quest'anno, quindi, mancano all'appello oltre 8 miliardi e anche qui ci sono le solite attenuanti, probabilmente, è l'effetto del bonus casa, certo, ma questo non sembra spiegare tutto. L'IVA tra gennaio e aprile è cresciuta del 5,25 rispetto a un anno prima, quando appunto avrebbe dovuto essere più alta del 12 per cento.
Quindi, vi insinuo il sospetto che la flat tax non abbia portato a un aumento delle entrate fiscali come recupero dell'evasione, ma il contrario. Forse qualche italiano in questi mesi deve essersi convinto che adesso con le tasse non c'è bisogno di fare troppo sul serio. Si può avere interpretato così i segnali che sono arrivati dal Governo: l'aumento della soglia di contante consentito per gli acquisti fino a 5.000 euro, il tentativo di far saltare l'obbligo di accettare la carta anche per piccoli pagamenti nei negozi, il concordato fiscale preventivo, previsto dalla delega fiscale, che viene interpretato da tanti come una specie di condono fiscale preventivo, infine, segnali politici come l'infelice frase della Presidente Meloni sulle tasse come pizzo di Stato e, ultimo, proprio qui, oggi, il voto contrario di Fratelli d'Italia a un ordine del giorno che impegna il Parlamento e il Governo all'informazione contro l'evasione fiscale.
Dunque, la politica economica di questo Governo si impernia sulle riduzioni delle aliquote promesse con la legge fiscale. Penso che i nodi verranno al pettine con la legge di bilancio questo autunno, ma se le entrate e il fabbisogno continuano così, mi sa che questa legge delega resterà nei cassetti a prendere la polvere. Un sistema fiscale ha uno scopo fondamentale, come mi insegnate, in un Paese democratico: assicurare il diritto alla sanità, ai servizi sociali, alla casa, alla scuola pubblica, alla sicurezza. Da qui, il dovere di pagare le tasse, il dovere di pagare le tasse per il bene comune del nostro Paese. Ma il vostro sistema fiscale non può riuscire a garantire questo, avete solo avanzato una promessa di crescita economica e di una razionalizzazione delle spese fiscali. Sarà interessante verificare cosa farete sulle spese fiscali, visto il lungo elenco di priorità da salvaguardare che assicurate di mantenere. Del resto, la spia che non sarà una revisione seria la possiamo già dedurre dal fatto che avete respinto il nostro emendamento che proponeva di riservare le risorse ricavate da questa eventuale revisione ai lavoratori, ai pensionati e a chi paga l'Irpef.
È evidente che ridurre la pressione fiscale in uno dei Paesi più indebitati del mondo, come purtroppo è il nostro, si può fare solo in due modi: o redistribuendo il carico fiscale a favore del lavoro e dell'impresa, a scapito delle rendite, insieme a una lotta serrata all'evasione, al lavoro nero e illegale, o tagliando le spese per il welfare come avete già cominciato a fare, riducendo la spesa sanitaria per il prossimo anno e abolendo i fondi per il sostegno all'affitto e alla morosità incolpevole. Quali principi sulla casa rivendicate - li ho appena sentiti rivendicare - quando nei fatti il primo provvedimento è stato questo?
La nuova maggioranza di testa, quindi, secondo noi, non propone, Presidente, una lotta seria, organizzata e metodica all'evasione fiscale diffusa, purtroppo, non concentrata, ma diffusa, che coinvolge tanti cittadini in un Paese che spende tantissimo nel consumismo indotto da stili di vita individualistici, di status, e in lotterie.
Si preferisce parlare di concordato preventivo o di pianificazione fiscale, cioè decidere di volta in volta quali settori controllare per gli accertamenti evitando, magari, controlli su chi si vuole salvaguardare, piuttosto che pianificare obiettivi di equità fiscale attraverso lo sviluppo di tutti gli strumenti esistenti per colpire l'evasione.
Per questo, signora Presidente, attraverso lei invito a riflettere il collega Marattin, con stima e affetto. Che ci siano parti nella delega fotocopie del testo del Governo Draghi non basta a dare un giudizio positivo, perché almeno a me è evidente che il Governo non va in questa direzione, ma in tutt'altra.
Mi è evidente che l'originale è meglio della fotocopia, e sicuramente credo, temo che il Terzo Polo dovrà pentirsi, perché non ci sono due Governi Meloni. Ce n'è uno, basta e avanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Dunque questa maggioranza e questo Governo dimostrano con i fatti che non si vuole sanare l'ingiustizia di fondo, non si vuole rimediare al fatto eclatante, evidente, certificato, che oltre l'85 per cento dell'Irpef è pagato solo dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.
Non si vuole allargare la base imponibile Irpef, ma continuare a proporre e attuare imposte sostitutive sui diversi settori della nostra società; e non si vuole perché è la sola imposta certamente progressiva, che chiede a ognuno di contribuire in proporzione al proprio reddito. Sappiamo che il lavoro è troppo tassato in questo Paese, e non sarà una tassa piatta a dargli sollievo e sostegno, perché è già dimostrato che le tasse piatte sono adatte a Paesi senza welfare e senza servizi universali, come invece noi vogliamo resti, ad esempio, il nostro sistema sanitario. Bisogna, invece, aumentare i salari e gli stipendi, riducendo davvero in modo stabile, e non a termine, il cuneo fiscale.
Concludo. Vedremo la prossima legge di bilancio, su questo vi aspettiamo al varco. Sappiamo che una flat tax per i lavoratori autonomi, senza detrazioni fiscali e senza le tutele sociali dei lavoratori dipendenti, è solo un modo di dividere il mondo del lavoro. Noi lavoreremo per unirlo, a partire dalla proposta alternativa che abbiamo presentato, che cercheremo in tutti i modi e con passione di fare vivere nel Paese, per contrastare questo provvedimento.